Via Crucis dei Lavoratori

Il rito quaresimale nella cattedrale di Isernia con la riflessione sul lavoro nel nostro territorio

VIA CRUCIS DEI LAVORATORI

Il rito quaresimale nella cattedrale di Isernia con la riflessione sul lavoro nel nostro territorio

Jacopo Incollingo

La sera di domenica 14 aprile, domenica delle Palme, si è svolta nella Cattedrale di Isernia la Via Crucis dei lavoratori. Il rito quaresimale ha visto il coinvolgimento dei movimenti ecclesiali della Diocesi, riuniti nella Consulta delle Aggregazioni Laicali, che hanno avuto il compito di coinvolgere in questo momento di preghiera e di riflessione i tanti lavoratori, disoccupati e giovani della nostra realtà diocesana che chiedono e meritano aiuto, solidarietà nelle difficoltà, un mondo più giusto che alla logica del profitto e dello sfruttamento sostituisca la logica dell’amore e del vero rispetto della dignità di ogni persona. A presiedere il momento di preghiera e riflessione, animato dalle associazioni della Diocesi, è stato il vescovo Mons. Camillo Cibotti che, nel suo intervento al termine della via crucis, ha riflettuto insieme ai presenti sulla situazione del mondo lavorativo nel contesto sociale di oggi. “Dobbiamo – ha detto – mostrarci solidali e vicini a coloro che sono nella difficoltà a causa della mancanza di lavoro per poter ridonare loro la speranza di un futuro sereno”.

Gesù sulla croce manifesta in maniera evidente che non siamo soli in questa situazione di dolore e rassegnazione, nella prospettiva solidale di un futuro migliore. La mancanza di una prospettiva in campo lavorativo produce un diffuso sentimento di rassegnazione e di sofferenza in tanti giovani il cui futuro in questa terra risulta gravemente compromesso. La via Crucis ci ricorda la sofferenza non solo di coloro che non hanno un lavoro ma anche di quanti, pur essendo occupati, vengono sottoposti a condizioni troppo pesanti in un contesto di forte precarietà. Sono ancora vive nei nostri cuori le parole di Papa Francesco durante la sua visita in Molise, il 5 luglio 2014: “Non avere lavoro non è solo non avere il necessario per vivere: no, noi possiamo mangiare tutti i giorni, andare alla Caritas o altre associazioni. Il problema è non portare il pane a casa, questo toglie la dignità. Il problema più grave non è la fame, è la dignità: dobbiamo difenderla”.