Primo Corso di Canto Gregoriano della Diocesi di Isernia-Venafro

Un buon successo riscosso dall’evento promosso dall’Ufficio per la Liturgia e la Musica Sacra

Dal 4 al 7 luglio, l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno (IS) ha ospitato il primo Corso estivo di Canto Gregoriano. L’evento – che ha ricevuto gli alti patrocini del Pontificio Istituto di Musica Sacra (PIMS), del Centro di Canto Gregoriano e Monodie “Dom Jean Claire” di Verona, dell’Abbazia di Montecassino e dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno – ha visto la partecipazione totale di 32 corsisti, di cui 22 monache benedettine (ndr. provenienti da 5 case differenti) e 10 laici. Il corso è stato inaugurato con i saluti del direttore dell’Ufficio promotore, Don Domenico Veccia, e dell’Economo diocesano, Don Girolamo Dello Iacono. I trentadue corsisti si sono impegnati in una vera e propria full immersion, durata quattro giorni. La programmazione del corso, di fatto, prevedeva lezioni di storia, di teoria, di forme liturgico-musicali e di legislazione liturgico-musicale sul Canto Gregoriano. Alla teoria trattata – perlopiù inerente agli elementi fondamentali di lettura della notazione neumatica e di interpretazione ritmica – si sono affiancati momenti di pratica e di esercitazione vocale. Coloro che, invece, hanno manifestato interesse per l’accompagnamento hanno potuto frequentare lezioni di armonia modale e di tecniche dell’accompagnamento. Le lezioni sono state tenute dai maestri Don Nicola Bellinazzo, gregorianista e sacerdote della Diocesi di Verona, e Marco Di Lenola, organista e musicologo che attualmente ricopre l’incarico di docente invitato al PIMS. Il corso si è concluso con la Celebrazione Eucaristica presieduta da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Camillo Cibotti, il quale, nella circostanza, ha ricordato solennemente il quarantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Infine, il Vescovo ha consegnato gli attestati ai partecipanti. Lo scopo del corso era di introdurre a una prassi che non deve fermarsi esclusivamente al canto o allo studio di una forma liturgico-musicale ben specifica, piuttosto si è voluto riscoprire l’originalità e l’attualità di un’esperienza di fede tanto radicata nella storia. A tal proposito, se volgiamo lo sguardo alla storia del Canto Gregoriano non potremmo non notare lo stretto legame tra una melodia che nasce e il testo della Parola. Il canto, perciò, assume quel ritmo verbale che tende a favorire la meditazione e l’interiorizzazione. Bisogna sottolineare anche come la suggestiva location abbia contribuito a rendere l’atmosfera ideale per lo studio e per la preghiera. Dunque, parliamo di un luogo opportunamente scelto per iniziare felicemente un percorso che, però, non può finire con la chiusura del corso. È necessario, infatti, concepire il Canto Gregoriano come stile di vita. Per questi motivi l’iniziativa, unanimemente apprezzata, non resterà fine a se stessa, nella speranza che diventi un appuntamento annuale per studiare, approfondire e promuovere la conoscenza e la diffusione di un patrimonio che abbiamo bisogno di sentire sempre più nostro.

La Commissione Diocesana Musica Sacra