Investitura di tre nuovi Canonici nel Capitolo Pentro

Don Remo Staffieri, Don Paolo Mazzoleni e Don Franc Shegeza hanno ricevuto la berretta da capitolari

Investitura di tre nuovi Canonici nel Capitolo Pentro

Don Remo Staffieri, Don Paolo Mazzoleni e Don Franc Shegeza hanno ricevuto la berretta da capitolari 

Don Francesco Bovino

Nella cornice liturgica della Solennità della Dedicazione della Chiesa Cattedrale di Isernia di venerdì 30 agosto, è stata celebrata l’investitura di tre nuovi Canonici nel Capitolo Cattedrale Pentro la cui nomina era stata già ufficializzata lo scorso giugno. I tre sacerdoti chiamati dal vescovo Cibottia questo importante incarico, su indicazione del Capitolo Cattedrale, sono Don Remo Staffieri, parroco della Cattedrale, Don Paolo Mazzoleni, parroco di Montaquila e Don Franc Shegeza, parroco di Castelromano e Cancelliere vescovile.

Nel corso della solenne cerimonia i tre presbiteri hanno ricevuto le insegne da canonico, ossia la cotta, la mozzetta e la berretta, che indosseranno d’ora in poi nel loro servizio liturgico durante le celebrazioni del vescovo e gli altri riti ufficiali. Il primo ufficio del cosiddetto “senato del vescovo” è, infatti, quello di dare maggior decoro alle funzioni liturgiche presiedute dall’ordinario diocesano e di solennizzare i pontificali vescovili.

Come recita il canone 503 del Codice di Diritto Canonico, appunto, “il capitolo dei canonici è il collegio di sacerdoti al quale spetta assolvere alle funzioni liturgiche più solenni nella chiesa cattedrale o collegiale; spetta inoltre al capitolo cattedrale adempiere i cómpiti che gli vengono affidati dal diritto o dal Vescovo diocesano”.

Nel caso specifico della diocesi di Isernia-Venafro i canonici della cattedrale vantano una lunga storia con delle caratteristiche molto peculiari. Il Capitolo Cattedrale di Isernia (Capitolo Cattedrale Pentro) vanta antichissime origini e l’anno della sua fondazione è ab immemorabili, ma certamente posteriore al battesimo storico della chiesa iserniense alla fine del V secolo d.C. Dal X secolo d.C. inizia l’importante documentazione pergamenacea – la più rilevante di tutto il Molise – dalla quale è facile evincere quel ruolo non secondario svolto nella vita della città dal collegio canonicale. Gli stessi titoli canonicali costituiscono un rimarchevole contributo alla toponomastica cittadina e alla storia di Isernia. Lungo i secoli questa veneranda istituzione ha accolto tra i suoi membri uomini insigni per santità di vita, integrità di dottrina e di costumi, molti dei quali – specialmente nei secoli XIX e XX, già sulla scia del grande Gianvincenzo Ciarlanti, storico di Isernia e del Sannio del secolo XVII – furono studiosi e pubblicisti di scienze sacre e letterarie, storiche, giuridiche e politiche. Né mancarono quanti furono elevati a dignità episcopale o a prestigiose dignità civili.

Rescritti pontifici con privilegi per l’abito corale onorarono nel tempo il Capitolo cattedrale della civitas fidelissima, a cominciare dal 1294, quando San Celestino V onorò il Capitolo della sua città natale con il dono di due preziosissime croci, tuttora gelosamente custodite dai canonici.

A questi ultimi si è, dunque, rivolto il vescovo Mons Cibotti esortandoli a conservare la propria dignità e fedeltà sacerdotale. “A voi carissimi canonici – ha affermato – auguro che possiate brillare come la luce che diventi un riferimento per tutto il presbiterio. Il vostro ruolo di “senato del vescovo” non suoni come un privilegio ma come una grande responsabilità di essere prima di tutto esempio per tutti i confratelli di fedeltà alla diocesi, di obbedienza e di vera testimonianza sacerdotale”.