Cammino penitenziale di Quaresima

Con la forania di Venafro hanno avuto inizio i riti delle “Statio Quaresimalis”

CAMMINO PENITENZIALE DI QUARESIMA

Con la forania di Venafro hanno avuto inizio i riti delle “Statio Quaresimalis”

Siamo entrati nella Quaresima, tempo forte di preghiera, di penitenza e di carità che ci prepara alla festa di Pasqua. In questo periodo ogni anno fioriscono molte iniziative pastorali e liturgiche che servono a dare ancora più significato ai 40 giorni che ci separano dalla più grande delle feste cristiane. Tra le principali attività diocesane di questo periodo c’è senza dubbio la “statio quaresimalis”, una pratica liturgica di antichissima tradizione che già in epoca romana invitava i fedeli, insieme ai pellegrini, a radunarsi e a fare sosta (statio) presso una delle tante “memorie” dei Martiri, che costituiscono le fondamenta della Chiesa di Roma. Allo stesso modo, anche oggi i cristiani, proprio in questo periodo di quaresima, sono invitati a fermarsi in un luogo santo a meditare sulla passione e allo stesso tempo a camminare dietro la croce di Gesù, il testimone per eccellenza dell’amore del Padre. Anche quest’anno la diocesi ha pensato di riprendere la pratica della “statio” in tutte le zone pastorali della diocesi invitando ciascuna forania ad un proprio momento di preghiera. La prima di queste liturgie stazionali si è tenuta lo scorso 9 marzo a Venafro dove, al canto delle litanie dei santi, si è snodato il corteo con in testa la croce sorretta dal vescovo Mons. Cibotti dalla parrocchia dei Ss. Simeone e Caterina fino a raggiungere la parrocchia di Ss. Martino e Nicola dove si è svolta la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo. A fargli corona, erano presenti anche tutti i sacerdoti della città e appartenenti al vicariato foraniale.

Il vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto ha dato l’occasione al vescovo di illustrare i temi centrali della Quaresima quali il sacrificio, la lotta contro il male, l’impegno nella sobrietà, il cammino di conversione. La preghiera si è, poi, conclusa con l’augurio reciproco di arrivare a Pasqua attraverso un rinnovamento interiore  per gustare la novità di vita indicata da Cristo risorto.

ucs