Nasce il Parco Culturale Ecclesiale “Alta Valle del Volturno”

Siglato in questi giorni il protocollo d’intesa tra la diocesi di Isernia-Venafro e i comuni dell’Alto Volturno

NASCE IL PARCO CULTURALE ECCLESIALE “ALTA VALLE DEL VOLTURNO”
Siglato in questi giorni il protocollo d’intesa tra la diocesi di Isernia-Venafro e i comuni dell’Alto Volturno.

don Francesco Bovino

Dopo un lungo lavoro di preparazione che ha visto coinvolti i tre soggetti promotori dell’intesa, ossia la diocesi di Isernia-Venafro, l’arch. Frattaruolo Fabio e I.T.R.I.A., lo scorso 15 maggio è stato siglato il protocollo d’intesa per la per la costituzione del Parco Culturale Ecclesiale denominato “ Alta Valle Del Volturno”. Per “Parco Culturale Ecclesiale”, s’intende un un’area legata non soltanto ad un territorio geografico ma alla cultura, alle tradizioni, agli stili di vita e alle esperienze religiose, come risposta alle necessità di tutela e di valorizzazione, nella loro specifica peculiarità storico-culturale. Un sistema che promuove, recupera e valorizza, attraverso una strategia coordinata e integrata, il territorio nella sua interezza. I soggetti coinvolti nell’intesa, oltre ai tre sopracitati, sono i comuni di Castel San Vincenzo, Rocchetta a Volturno, Cerro al Volturno, Scapoli e Pizzone. Nasce, così, la proposta di organizzare la fruibilità e la valorizzazione dei beni culturali insiti nel territorio sotto molteplici ambiti: liturgici, storici, artistici, architettonici, museali, ricettivi, ricreativi, naturalistici e ambientali nella forma del “parco”. L’azione dello sviluppo turistico integrato si propone di favorire, l’attenzione: verso le famiglie (turismo familiare, sport amatoriale, ecc.), verso i diversamente abili (sport e turismo sociale), verso i poveri (sport e turismo solidali), verso il mondo della cultura (beni culturali), verso il territorio e il paesaggio, inteso come bene comune, come alleanza millenaria tra natura e storia umana, come crocevia di culture, come essenza stessa di una comunità che, insieme, ricerca nuovi orizzonti. L’intesa si configura, quindi, come un patto di progresso sociale e culturale, ancor prima che economico, capace di mantenere al centro la persona.
La missione del Parco Culturale Ecclesiale è quella di promuovere e rafforzare reti relazionali, che garantiscano l’opportunità di connettere una molteplicità di soggetti e di luoghi, per finalizzare le scarne energie di una terra in un nuovo territorio che sappia attrarre turismo e investimenti.
Per realizzare questo ambizioso progetto, il Parco si prefigge di affiancare alle attività di informazione e di diffusione delle iniziative istituzionali, una strategia di promozione del territorio nel più ampio contesto del “brand” “Alta Valle Del Volturno” che, potrebbe diventare anche un Marchio registrato presso l’Ufficio Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo economico, il che va nella direzione di generare un’identità condivisa e un segno distintivo che contribuisca al posizionamento strategico del territorio in ambito nazionale e internazionale.
Sono già stati pensati alcuni “progetti bandiera” che si muoveranno sulle seguenti 4 linee di azione: 1 – Azioni a favore del Patrimonio (“Volturno Heritage”), 2 – Programmi di Ricerca, Documentazione, Educazione, Formazione e Inclusione (“VolturnoSociale”), 3 – Piani di Tutela Ambientale e Mobilità Sostenibile (“Cammini del Volturno”),4 – Turismo di Comunità (“Volturno Experience”). Sul piano operativo, poi, ci sono delle specifiche priorità. Anzitutto creare interesse per il patrimonio storico-artistico attraverso un sistema integrato di comunicazione; creare sicurezza e “accessibilità universale”, con segnaletica e gli strumenti di informazione; implementare percorsi ciclopedonali, servizi come visite guidate e il sistema di biciclette a noleggio che attenda il visitatore con un insieme straordinario di paesaggi, sorprendendo e ammaliando ad ogni curva, con itinerari immersi nella natura e nelle aree protette.
Il protocollo d’intesa del Parco Culturale Ecclesiale “Alta Valle Del Volturno”, inoltre, prevede di consentire l’inserimento di altri territori, che ne facciano richiesta e che abbiano caratteristiche affini mettendo a disposizione la propria esperienza ad altri comuni che siano interessati.
Il Piano del Parco, ovviamente, sarà redatto seguendo i percorsi che si inseriscono nella strategia regionale, integrandosi con gli strumenti di pianificazione territoriale .