giovedì 30 aprile 2020 –
Il dialogo tra la Conferenza Episcopale Italiana ed il Ministero ha prodotto un primo atto ufficiale
don Francesco Bovino
E’ ormai noto a tutti come dall’ultima conferenza stampa del presidente del consiglio Giuseppe Conte in cui ha presentato la Fase 2 del COVID-19, la Segreteria Generale della CEI ha instaurato uno stretto confronto con le Istituzioni Governative e il Comitato Tecnico-Scientifico riguardo alla possibilità di tornare alle celebrazioni liturgiche con la presenza dei fedeli. Da più parti questo ha ingenerato una certa confusione riguardo alle modalità e soprattutto alla tempistica di come questo dovrebbe avvenire. Molti hanno invocato in maniera azzardata un’immediata riapertura delle chiese ai fedeli utilizzando in alcuni casi toni aggressivi e sopra le righe. Non sono, infatti, mancati, come sempre in questi frangenti, coloro che hanno cavalcato il momento per elevare l’intensità della polemica e della critica. Era, perciò, quanto mai necessario riportare la questione nell’ambito della responsabilità e della severa osservanza delle necessarie misure di contenimento del virus.
Con questo nota della CEI è giunto, quindi, un chiarimento ufficiale almeno sul primo risultato ottenuto dal confronto con le istituzioni, per evitare inutili attriti o allarmismi.
Ha la data di oggi giovedì 30 aprile la Nota della Conferenza Episcopale Italiana con cui vengono chiarite in dettaglio le misure di sicurezza per la celebrazione dei funerali a partire dal 4 maggio anche con la santa messa.
Sia il Viminale, attraverso una comunicazione ai prefetti, sia la Conferenza episcopale italiana, con questa nota, hanno chiarito ogni aspetto delle celebrazioni delle esequie, con la possibilità anche della Santa Messa, rispettando tutti i criteri di sicurezza indicati.
Tra questi si chiede che prima della cerimonia, in chiesa o all’aperto, sia controllata la temperatura corporea con un termoscanner e sia inibita la partecipazione se è superiore ai 37,5 gradi. Per quanto riguarda la celebrazione delle esequie con la Santa Messa, “nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sia il celebrante a recarsi ai posti”.
La distribuzione dell’Eucarestia deve avvenire porgendola sulle mani dei fedeli, senza che il celebrante “venga a contatto fisico con esse”. La nota complementare ribadisce e specifica quanto si legge sul documento del Viminale, e cioè che la chiesa deve essere igienizzata regolarmente, e spiega come.
Ecco la NOTA integrale della CEI.
Esequie, nota complementare al testo del Ministero dell’Interno
Nel confronto con le Istituzioni governative e il Comitato Tecnico-Scientifico, la Segreteria Generale sta affrontando le condizioni con le quali, gradualmente, riprendere le celebrazioni con il popolo e le attività pastorali.
Nello specifico delle celebrazioni delle esequie, a complemento del testo del Ministero dell’Interno inviato questa mattina, vengono di seguito indicate alcune misure – già condivise – cui ottemperare con cura, nel rispetto della normativa sanitaria e delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.
Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti alle esequie funebri, sia garantita da un addetto alla sicurezza la misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termo-scanner. Questa disposizione è richiesta anche per le celebrazioni all’aperto. Venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°C.
Vista la possibilità di celebrare le esequie anche con la Santa Messa, nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sia il celebrante a recarsi ai posti, dove i fedeli – al massimo quindici – sono disposti nel rispetto della distanza sanitaria.
Il sacerdote indossi la mascherina, avendo cura di coprirsi adeguatamente naso e bocca, e mantenga a sua volta un’adeguata distanza di sicurezza.
La distribuzione dell’Eucarestia avvenga dopo che il celebrante abbia curato l’igiene delle proprie mani; lo stesso abbia cura di offrire l’ostia porgendola sulle mani dei fedeli, senza venire a contatto fisico con esse.
Per quanto concerne la sanificazione, la chiesa sia igienizzata regolarmente, mediante pulizia delle superfici e degli arredi con idonei detergenti ad azione antisettica.
Al termine di ogni celebrazione si dovrà favorire il ricambio dell’aria.
Ove siano presenti spazi idonei, contigui alla chiesa, si prenda in considerazione la possibilità di celebrare le esequie all’aperto, con il rispetto delle distanze di sicurezza e delle altre indicazioni sopra disposte.
Si consideri anche l’ipotesi di celebrare le esequie funebri all’aperto nelle aree cimiteriali ove vi sia la possibilità di mantenere un adeguato distanziamento fisico.
L’Autorità ecclesiastica competente informi tutti i fedeli e chiunque entri in chiesa sulle disposizioni di sicurezza sopraindicate, sia attraverso i suoi canali di comunicazione, sia affiggendo all’ingresso della chiesa stessa appositi cartelli informativi.
Sia indicato anche l’obbligo di rimanere a casa in presenza di temperatura corporea oltre i 37,5°C o di altri sintomi influenzali. Si raccomandi di non accedere comunque alla chiesa e di non partecipare alle celebrazioni esequiali se sono presenti sintomi di influenza o vi è stato contatto con persone positive a SARS-COV-2 nei giorni precedenti.
Questo documento della CEI fa eco alla nota rilasciata dal Viminale in cui si ribadisce con forza l’importanza della “tutela della salute pubblica e l’esigenza di non vanificare gli importanti sforzi fin qui compiuti. cosa che richiede la limitazione di diversi diritti costituzionali, fra i quali anche l’esercizio della libertà di culto”.
In allegato
– la NOTA CEI: Esequie, nota complementare, 30 aprile 2020
– la NOTA del Viminale: Esequie-indicazioni-Ministero-Interno-30-aprile-2020-1 (1)