L’esortazione di Mons. Camillo Cibotti al clero diocesano in occasione della Messa Crismale
di Don Francesco Bovino
Dopo averla rimandata a causa della pandemia, si è celebrata nella mattinata di sabato 30 maggio la S. Messa del Crisma, che tradizionalmente viene officiata il Giovedì Santo dal vescovo diocesano con la presenza di tutti i sacerdoti, proprio nel giorno dell’Istituzione del sacerdozio ministeriale.
Il coronavirus, infatti, ha costretto anche la nostra diocesi ad attendere l’allentamento delle misure di contenimento per riunire tutto il clero diocesano intorno al suo vescovo per il rito della benedizione degli Oli Santi, necessari per l’amministrazione dei sacramenti.
La celebrazione si è tenuta, in via del tutto straordinaria, nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore ad Isernia, San Lazzaro, per consentire il rispetto delle misure di sicurezza e la dovuta distanza tra i partecipanti. Malgrado i limiti del caso, la solennità del rito non ne ha risentito e tutti i presenti hanno potuto vivere un momento di gioia e di fraternità.
Nella sua corposa omelia, Mons. Camillo Cibotti, ha iniziato facendo un ovvio riferimento al difficile momento difficile che la Chiesa e la società intera sta ancora attraversando in questo tempo di pandemia. “In questa condizione di precarietà – ha esordito il vescovo – si riaccende il desiderio di Dio, della vicinanza dei fratelli, della gioia dell’assemblea domenicale, in particolare dell’Eucaristia: questo digiuno forzato ravviva in noi un desiderio ancora più forte e pregnante di Gesù!”. E proprio sull’importanza dell’Eucaristia si è voluto soffermare il presule con parole intense ed accorate. “E’ mio desiderio – ha affermato – meditare sull’Eucaristia come centro vitale del nostro ministero e della vita di ogni cristiano. È importante, invece, che ci convinciamo dell’importanza del rilanciare l’Eucaristia, puntando sul suo valore, sulla sua grandezza e bellezza; allora scopriremo, con somma meraviglia, che molto dipenderà da come la sapremo celebrare”.
Dopo l’amara considerazione delle chiese deserte in questo tempo di coronavirus, Mons. Cibotti ha sottolineato come ora più che mai “le nostre comunità cristiane hanno anzitutto bisogno di gustare la gioia di una Eucaristia celebrata nella fede: occorre che siano felici di farlo, che aspettino questo
momento, che lo gustino, che ne percepiscano gli effetti salutari. L’Eucaristia è il cuore della liturgia cristiana, è il luogo della manifestazione dell’amore vittorioso del Cristo risorto”. Ha, quindi, proseguito spiegando come essa sia fonte di santità per tutto il popolo e per gli stessi celebranti che sono invitati ad una celebrazione creativa ma sempre fedele al mandato ecclesiale facendo diventare l’”ars celebrandi” un momento di partecipazione consapevole e di arricchimento di fede.
Omelia S.Messa Crismale 2020 [leggi]