Martedì 11 febbraio 2020 –
La nuova edizione del Messale Romano
Il prof. Don Luigi Girardi ha presentato al clero diocesano le novità del nuovo libro liturgico di imminente pubblicazione
don Francesco Bovino
“La nuova edizione del Messale Romano: tra il ‘libro’ e la ‘prassi’”. E’ stato questo il tema dell’incontro di Formazione Permanente del clero isernino che si è tenuto martedì 11 febbraio nel salone della parrocchia di “S. Giuseppe Lavoratore” ad Isernia. Per presentare la nuova edizione del messale Romano è ritornato nella nostra diocesi il noto liturgista don Luigi Girardi, docente ordinario presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di S. Giustina (Padova), di cui attualmente è anche Preside e che insegna anche teologia liturgica e sacramentaria presso la Facoltà Teologica del Triveneto, nella sede di Verona. Prima di entrare nel vivo delle novità contenute in questa terza edizione, così tanto attese da tutti, don Girardi ha voluto anzitutto illustrare il significato profondo del rinnovamento liturgico inaugurato dal Concilio Vaticano II in relazione alla celebrazione dell’eucaristia. Prima tra tutte la funzione peculiare del sacerdote che dopo il Vaticano II è passato dal ruolo di unico celebrante all’essere presidente, colui che presiede l’assemblea. Questa novità del Concilio ha inaugurato una prospettiva del tutto nuova. Si è passati dal prete “officiante” al celebrate che guida l’assemblea alla partecipazione. “Il sacerdote che presiede, infatti, – ha spiegato don Girardi – è chiamato a creare una correlazione tra Cristo e l’Assemblea. Da una parte egli rappresenta Cristo che agisce con la sua grazia, dall’altra “in persona Christi” edifica la comunità nella quale Cristo stesso si fa presente attraverso i sacramenti”. In parole povere, non è solo il sacerdote a rappresentare Cristo ma anche l’assemblea che acquista un profondo valore teologico. Da questa principio deriva la nuova azione della Chiesa che si è fatta aperta ai carismi presenti nel popolo, quelli che Don Girardi ha chiamato le “nuove competenze rituali”. “Non è più il prete a pregare da solo all’altare, come una volta, ma nella nuova liturgia la preghiera diventa comune. Anche se non tutti fanno la stessa cosa, la nuova spiritualità liturgica necessita del concetto di insieme”. Perché avvenga tutto questo, la Chiesa ha saggiamente tradotto questa nuova prospettiva nei propri libri liturgici, strumenti autorevoli di Tradizione e di cui quest’ultima edizione del Messale Romano (la terza) è la più piena rappresentazione.
Per spiegare le numerose novità presenti nel nuovo messale, il relatore lo ha paragonato ad uno “spartito musicale”. “Il suo testo e le sue indicazioni – ha detto – sono scritte uguali per tutti, come la musica, ma quello che può variare sono le diverse ‘esecuzioni’ dello spartito, le diverse interpretazioni. Dove interpretare, però, non significa cambiare il contenuto ma solo il ‘modo’ di renderlo esperienza di fede per tutta l’assemblea”.
Dopo aver specificato le novità più evidenti (come ad esempio il nuovo testo del Padre Nostro, del Gloria, l’introduzione di motivi musicali ad accompagnare il testo e le numerose varianti linguistiche) Don Girardi ha esortato tutti i sacerdoti presenti a non fermarsi alla forma esteriore del nuovo messale ma ad andarne allo spirito per condurre il popolo ad una vera esperienza di fede ed educare i fedeli a sentirsi partecipi ed attivi nell’azione liturgica, rendendo, così, presente Cristo in mezzo al suo popolo.