Celebrata nella parrocchia di “San Giuseppe Lavoratore” di isernia la solennità dei Santi Pietro e Paolo
don Francesco Bovino
La diocesi ha celebrato lunedì 29 giugno la solennità dei Ss. Pietro e Paolo. Un’occasione speciale per ricordare anche il sesto anniversario della presa di possesso canonico di S.E. Mons. Camillo Cibotti, e fare un primo consuntivo della sua opera di pastore. Ad ispirare questa riflessione lo stesso Mons. Cibotti, durante la solenne cerimonia tenutasi nella parrocchia di “San Giuseppe Lavoratore” di Isernia. Riprendendo le parole della liturgia, egli ha voluto proporre a tutti i fedeli le figure dei due più grandi apostoli della cristianità: “Pietro, il primo successore di Cristo, il pescatore di Galilea, che per primo confessò la fede nel Cristo e che costituì la prima comunità con i giusti di Israele e Paolo, l’apostolo delle genti, il maestro e dottore, che illuminò le profondità del mistero e che annunziò la salvezza a tutte le genti”. Rifacendosi proprio alle celebri parole di San Paolo, “per me vivere è Cristo”, il presule ha invitato tutti i presenti a rinsaldare la propria unità intorno alla figura del Salvatore per un annuncio più credibile ed efficace.
La festa dei due apostoli, da qualche anno, è anche l’occasione per il rinnovo del mandato ai Ministri Straordinari dell’Eucaristia provenienti da tutte le parrocchie della diocesi. Ed è anche ai Ministri Straordinari che si è rivolto il vescovo nella sua omelia additando a loro l’esempio dei due insigni apostoli di Cristo. “Essi incarnano – ha detto Mons. Cibotti – il modello dei chiamati da Dio a collaborare con Lui alla salvezza delle anime”. E questo nonostante le diversità dei caratteri e delle personalità quasi opposte. “Due uomini profondamente diversi, ma quanto fondamentale è stato il loro incontro con Cristo!”. A dimostrare che il Signore chiama persone di ogni tipo e di ogni estrazione a portare il lieto annuncio del vangelo. “Il vostro è un compito delicato – ha continuato il presule rivolgendosi ai Ministri Straordinari – voi siete incaricati di portare Cristo nell’Eucaristia per dare sollievo agli ammalati e conforto ai sofferenti. In loro voi riconoscerete quel Cristo che sacramentalmente donate loro, trovando immensa ricompensa nel loro sorriso e nel ‘grazie’ di chi malato si sente curato dalla vostra vicinanza, dal vostro sostegno, dalla vostra fede”. Emozionante, poi, è stato momento vero e proprio del Mandato, quando questi uomini e donne si sono alzati in piedi rispondendo “eccomi” alla chiamata del sacerdote e rinnovando il loro impegno con un deciso “sì, lo voglio”.