La gioia di crescere e camminare insieme
Gli Scout di Venafro hanno vissuto una bella esperienza nei campi di branco e nella route estiva
Comunità Capi Venafro 4
Tempo d’estate, tempo di campi scout! Dopo un anno intero di attività significative (via crucis vivente, falò di San Giuseppe, collaborazioni varie con associazioni operanti sul territorio, come la realizzazione della passione o con il parco dell’olivo in occasione della chiusura dell’anno scout) domenica scorsa siamo rientrati tutti da una settimana ricca di belle ed emozionanti esperienze vissute ai campi scout. Poi domenica 4 agosto ci siamo ritrovati tutti a Vallefiorita per passare insieme ai genitori e agli ospiti dello Sprar di Venafro una giornata di conclusione dei campi all’insegna del divertimento e della spensieratezza, favorendo confronto e scambi culturali.
Il branco “Roccia della Pace” ha svolto le vacanze di Branco a Lama dei Peligni (CH). I 21 lupetti, accompagnando Dorothy, lo spaventapasseri, l’uomo di latta e il leone nel loro viaggio nel regno di Oz, hanno potuto verificare i propri talenti e il loro impegno nel conseguire le specialità, attraverso caccie, giochi e attività fra le strade e le piazze dell’accogliente paesino, partecipare a un’escursione nel Parco della Majella per avvistare i camosci e visitare il museo ed il giardino botanico. Insieme, con gioia, rispetto e collaborazione, i lupetti hanno potuto sconfiggere la cattiva strega dell’ovest, utilizzando il proprio coraggio, intelligenza e cuore. I momenti di preghiera e di conoscenza di alcuni testimoni (madre Teresa, don Peppe Diana, don Pino Puglisi) sono stati molto intensi, grazie anche alla presenza di Luigi, seminarista e studente di teologia di Ottaviano, che ha trascorso questa settimana con il branco. Sentita è stata la partecipazione il 1′ agosto alla Santa Messa presso il convento francescano di Lama, in occasione del perdono d’Assisi. I ragazzi hanno inoltre apprezzato l’incontro con il branco del Chieti 3. Hanno potuto condividere esperienze, curiosità, giochi e merenda con fratellini e sorelline abruzzesi. A conclusione di questa esperienza e lupetti sono rientrati a Venafro, perché “non c’è posto più bello della propria casa”.
L’area di protezione integrale del Vallefiorita, nel comune di Pizzone, ha accolto il campo estivo E/G. Le attività hanno coinvolto 19 guide ed esploratori e sono state finalizzate allo sviluppo delle competenze di pionieristica. Infatti i ragazzi hanno realizzato con pali e corde gli angoli di squadriglia e hanno realizzato le strutture del campo: portale (secondo lo schema del ponte autoportante di Leonardo da Vinci), alzabandiera e torretta. Inoltre la squadriglia cobra ha costruito la struttura per una tenda sopraelevata. Ai ragazzi sono state proposte attività per la conoscenza del territorio. Hanno rilevato le tracce della fauna locale con la tecnica del calco e hanno effettuato un’escursione percorrendo il sentiero K2 che dal pianoro Campitelli giunge al lago della montagna spaccata (Alfedena), hanno visitato la diga guidati dal personale tecnico. Giornalmente sono stati rilevati dai ragazzi parametri fisici metereologici (temperatura, umidità e pressione). Attraverso l’attività dell’hike di squadriglia si è favorito lo sviluppo dell’autonomia personale. Naturalmente è stata curata anche la progressione personale dei singoli esploratori e guide stimolando in loro la capacità di riconoscere i propri talenti, mettendoli a disposizione del prossimo. È stata curata la crescita spirituale incontrando don Salvatore, il nostro assistente ecclesiastico. Attraverso la lettura del Vangelo e il confronto-dibattito i ragazzi si sono sentiti parte di un mosaico più grande creato da Dio che ha per tutti un disegno specifico.
La branca R/S quest’anno ha scelto di vivere la route estiva in modo un po’ diverso. Non è stata infatti la tipica route di strada, ma una route dedicata al servizio in un luogo molto speciale: il Monastero di Bose. I 16 rover e scolte, dopo un lungo viaggio il treno, sono arrivati a Magnano dove sono stati calorosamente accolti dalla comunità. A partire dal giorno successivo i ragazzi sono stati coinvolti nel servizio che consisteva in attività varie: raccolta della frutta, cura dell’orto, cura del bosco, produzione di marmellate e di pane. Ogni mattina c’era la possibilità di scegliere una di queste attività, lavorando a stretto contatto con alcuni monaci della comunità. Nel pomeriggio invece il clan si dedicava alle sue attività e partecipava a un momento di preghiera con tutta la comunità. Durante la settimana di permanenza a Bose i ragazzi hanno avuto la possibilità di partecipare a due incontri con i monaci sul tema della fede, della comunità e dell’accoglienza. I due incontri hanno incentivato i ragazzi a porsi molte domande e a riflettere insieme sui temi trattati. La maggior parte di loro, inoltre, ha richiesto incontri personali con alcuni monaci della comunità al fine di approfondire ulteriormente alcuni argomenti. A metà settimana i ragazzi del clan hanno avuto l’opportunità di vivere un hike. Divisi in pattuglia hanno raggiunto 5 paesi limitrofi dove hanno chiesto ospitalità in cambio di servizio. Durante questa esperienza è stato chiesto loro di riflettere sul tema dell’accoglienza e della diversità, andando oltre il pregiudizio. Il tema dell’ “andare oltre” è stato quello che ha caratterizzato tutta la route. I ragazzi infatti hanno espresso il desiderio di superare i loro preconcetti su tematiche importanti come la fede e la vita di comunità. Le numerose domande nate nei ragazzi hanno testimoniato la voglia di mettersi in discussione di una giovane comunità, animata dalla passione e da una sana curiosità.
Non potevamo non concludere un anno così bello con il messaggio della Buona Notizia ascoltato durante la Celebrazione Eucaristica presieduta da don Salvatore Rinaldi, nostro assistente ecclesiastico, che ci ha raggiunti a Vallefiorita, a cui hanno partecipato i ragazzi di tutte le branche, con i loro capi, i loro genitori e i ragazzi dello Sprar di Venafro. “Cosa abbiamo in più di coloro che non hanno la possibilità di vedere l’oltre? Perché noi parliamo di una vita oltre? Su che cosa poggiamo questa certezza? Noi siamo persone fortunate che già oggi hanno la possibilità di vedere il nostro domani, perché il nostro domani è la resurrezione di Cristo. Noi non abbiamo bisogno di una persona che torni dall’aldilà per dirci cos’è l’aldilà e cos’è l’uomo nuovo. L’uomo di Nazareth è già oggi un’anticipazione di quello che noi saremo. Quello che saremo per sempre lo stiamo costruendo già da oggi. Nel momento in cui togliamo dalla nostra vita lo stare dietro e l’essere il prolungamento di questo uomo di Nazareth, siamo fuori strada, ci stiamo illudendo, stiamo cercando un paradiso che non esiste. Amare l’altro significa fargli godere già da oggi la luce sulla vita, il per sempre”.