Corso di Canto Gregoriano 2022 a San Vincenzo al Volturno

Ripresa l’iniziativa promossa dall’Ufficio Liturgico dopo il fermo Covid

di Marco Di Lenola

Sembrava di difficile attuazione l’organizzazione di una iniziativa che, dopo le prime due edizioni, si avviava felicemente a diventare una tradizione della Diocesi, prima di essere interrotta dal dilagare della pandemia. Tuttavia, dopo due anni e nonostante le difficoltà logistiche, l’Ufficio Liturgico è riuscito nell’intento di organizzare e di promuovere una scuola estiva che, già nelle edizioni precedenti, aveva riscosso tanto entusiasmo da parte dei partecipanti. La cosa è stata possibile, da un lato, grazie alla determinazione del Direttore dell’Ufficio Liturgico e dei suoi collaboratori, dall’altro, per la grande disponibilità messa in campo dalla Comunità delle monache che abitano l’Abbazia.

Il Corso, svoltosi tra il 20 e il 23 luglio, è stato patrocinato dal Pontificio Istituto di Musica Sacra, dall’Abbazia di Montecassino e dalla stessa Abbazia di San Vincenzo al Volturno. Il 20 luglio, Monsignor Alberto Turco ha tenuto un aggiornamento per il clero. Dal pomeriggio della stessa data fino al sabato seguente, il corso è stato condotto dai docenti Don Nicola Bellinazzo (teoria e pratica), Don Rene Hernandez Velez (salmodia e liturgia) e Marco Di Lenola (musicologia liturgica e pratica dell’accompagnamento). Sabato 23, Monsignor Camillo Cibotti ha celebrato la Messa conclusiva. Da evidenziare, infine, la presenza di Monsignor Vincenzo De Gregorio (Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra), di Antonio Colasurdo (titolare della Cattedra di Organo al Conservatorio di Musica di Campobasso) e della Madre Maria Sàlome Gomez (Priora di San Vincenzo al Volturno) al momento dei saluti iniziali. Qui di seguito, vengono riportate alcune impressioni dei partecipanti.

Un Sacerdote corsista:

Nella cornice del Corso è stato organizzato un incontro formativo per sacerdoti, religiosi e diaconi su I recitativi liturgici nel messale. A trattare l’argomento è stato chiamato Monsignor Alberto Turco (insigne gregorianista di fama mondiale), incaricato dalla CEI per la stesura dei recitativi in canto contenuti nella nuova edizione del Messale. All’incontro erano presenti un buon numero di sacerdoti con il Vescovo Monsignor Camillo Cibotti in prima fila. Il maestro Turco ha iniziato la sua relazione, ricordando l’origine e l’importanza del canto nella Liturgia: sia dell’Ufficio che della Messa. Nella religione ebraica il Thalmud ricorda che chi non canta i libri sacri non è ben accetto a Jhawe, una mancanza molto grave. Così, nei primi secoli della Chiesa, le comunità cristiane sentivano l’esigenza di cantare inni al Signore per lodarlo, per ringraziarlo e per esprimere tutta la loro fede. I recitativi liturgici che propone il nuovo Messale ripercorrono la via delle antiche melodie-recitativo. Una sola corda di recita (nota) con accentuazioni alla nota superiore e una cadenza al basso. Una proposta molto semplice sia per il celebrante, non sempre preparato musicalmente, sia per il popolo. Abbiamo ben compreso come, con questo lavoro, si stia attuando quello che il Concilio Vaticano II chiede nella Costituzione sulla Sacra Liturgia e nell’Istruzione Musicam Sacram. La relazione ha ricevuto grande apprezzamento da parte di tutti i partecipanti. Il Vescovo ha ringraziato il maestro Turco per la sua professionalità ed esperienza, invitando i sacerdoti a cantare la liturgia come espressione di fede e di unità della Chiesa.

Un giovane corsista:

Il Corso è stato, personalmente, un momento formativo molto importante; un’esperienza interessante di studio e di riflessione su quello che è il canto della Chiesa e che, per moltissimi motivi, potrebbe essere considerato come la pratica utile a uno stile di vita. Nei giorni del Corso, ci siamo arricchiti degli insegnamenti dei docenti. Abbiamo studiato il significato delle origini di questo canto, la sua scrittura (la notazione neumatica), la sua applicazione nella Liturgia legata alle forme del Rito e l’accompagnamento. Si è ben compreso come il canto gregoriano manifesti il sacro, perché affonda le sue radici nei testi della Scrittura e ne segue il senso, manifestando la piena connessione tra logos e melos.

La Comunità delle monache di San Vincenzo al Volturno:

Ospitare la nuova edizione del Corso è stata, inizialmente, una sorpresa, vista l’incertezza di questi tempi che viviamo. Grazie a Dio e grazie all’impegno di tanti collaboratori, abbiamo potuto assistere, nella nostra Abbazia, alla ripresa di questo Corso estivo. Un sentito ringraziamento va ai docenti, che non hanno risparmiato né tempo, né energie. Il lavoro svolto è stato proficuo per tutti, anche per le Sorelle che si sono prodigate all’accoglienza dei corsisti, piuttosto che alla partecipazione attiva alle lezioni. Tutta la Comunità monastica ha percepito un’atmosfera serena e feconda. Poter accogliere, per la prima volta, anche Monsignor Alberto Turco è stata, per noi, una gioia e un onore. Come negli anni precedenti, il Corso è stato uno stimolo per inserirci, in modo più profondo, nella tradizione della Chiesa, che speriamo di poter arricchire anche l’anno prossimo con temi legati alla tradizione benedettina. Sarà bello, quindi, contribuire alla crescita del livello di questa proposta formativa, nella speranza di poter avviare anche uno studio sull’opera che questa Abbazia diede alla prassi liturgico-musicale fin dalle sue origini. Siamo convinte che il Canto Gregoriano non sia soltanto una felice unione di voci e di respiri, ma inviti a una più profonda esperienza di fede e di vita, che si è espressa in molti momenti attraverso la semplice (e mai scontata) gioia di stare insieme. Per questo, contiamo di ospitare per molte altre edizioni ancora questo Corso estivo. Laus cantandi ipse cantator est. Lode a Dio e grazie a tutti!