Lettera aperta di S.E. Mons. Camillo Cibotti alle Regioni Molise e Campania

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Mons. Cibotti si unisce al grido delle mamme venafrane a tutela dell’ambiente e del territorio – 

  1.  lettera aperta di Mons Cibotti: LETTERA APERTA ALLE REGIONI DEL MOLISE E DELLA CAMPANIA

  2.  lettera dell’associazione “Citta Nuova”: Lettera di Città Nuova a Sua Ecc. mons. Cibotti

di Don Francesco Bovino

E’ giunto fino alla curia di Isernia-Venafro l’accorato appello delle mamme venafrane che, insieme ad una rete di associazioni locali, tra le quali “Città Nuova”,  da più di un decennio, si battono per la tutela del patrimonio ambientale della valle di Venafro e dell’Alto Casertano.

L’ultima occasione è stata data dal recente progetto riguardante la costruzione della centrale termoelettrica alimentata a gas metano di 850 MW nel comune di Presenzano.

Nella richiesta di aiuto fatta pervenire al vescovo da parte dell’associazione “Città Nuova” si specifica come “il nostro territorio, unico per patrimonio culturale, paesaggistico e religioso rischia di subire l’ennesima costruzione, a pochi passi dal centro abitato, di una centrale termoelettrica, obsoleta nella sua tecnologia, secondo i nuovi standard europei, volti ad una produzione energetica più consapevole e a sempre minore impatto ambientale. I benefici della nuova Turbogas sono irrilevanti, in quanto la regione Campania ha un rendimento energetico pari al 120% rispetto al proprio fabbisogno”.

La risposta di Mons. Camillo Cibotti a questi appelli non si è fatta attendere.

Il vescovo ha pubblicato una lettera aperta alle Regioni Molise e Campania nella quale si unisce al coro levatosi da questi movimenti civici e di liberi cittadini denunciando il rischio ambientale per il territorio di Venafro e rivolgendosi ai responsabili della cosa pubblica affinché intervengano con decisione a salvaguardia della salute pubblica e della tutela del territorio.

“Queste mamme, – ha scritto Mons. Cibotti nella sua lettera aperta – che non ho difficoltà a definire “mamme coraggio”, come solo le donne sanno fare, danno voce – talvolta precedendolo! – al grido di allarme dell’intera Comunità scientifica: da ogni parte non si può negare che di inquinamento ci si ammala e si muore”. “A questo grido – ha aggiunto –  nelle forme suggerite anche dall’Associazione “Città Nuova”, che da oltre quindici anni vigila sulle tematiche ambientali di interesse generale per il territorio venafrano, unisco la mia voce, a nome di tutta la Chiesa di Isernia e Venafro”.

“Non posso rimanere insensibile – ha continuato – di fronte alle sempre nuove minacce che si presentano nel corso di questa esistenza, già provata duramente da problemi sociali, economici e di lavoro. Non posso far finta di nulla e tacere il bisogno di salvaguardare la qualità della vita insieme alla vita stessa: è questa che rende la nostra esistenza ricca di prospettive per il futuro, non solo per noi ma anche per le generazioni a venire”.

“Mi appello, quindi, come rappresentante della Chiesa locale di Isernia- Venafro, a quanti detengono la responsabilità della Cosa Pubblica, perché scongiurino questo ulteriore pericolo e danno che si sta perpetuando contro la popolazione locale e verso il nostro territorio”.