L’emergenza covid-19 richiede una nuova Catechesi

da La Consulta dell’Ufficio Catechistico Nazionale

Suggerimenti dell’Ufficio Catechistico Nazionale a Catechisti e Animatori Pastorali  –  

don Francesco Bovino – 

L’attuale emergenza sanitaria sta lanciando a tutti gli operatori pastorali una nuova sfida. Vescovi, Sacerdoti ed in particolare religiosi, catechisti e animatori pastorali sono chiamati a nuove forme di annuncio del vangelo e ad un nuovo stile di guida pastorale del popolo di Dio. Come si esprime la “Gaudium et Spes” (c.4),  «è dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, così che possa rispondere ai perenni interrogativi degli uo­mini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche».

In quest’ottica, l’Ufficio Catechistico Nazionale della CEI ha pubblicato un documento che racchiude tutta una serie di suggerimenti e di nuove strategie per adattare la catechesi a questa situazione inedita dettata dall’emergenza COVID-19. “Nel momento in cui ci viene chiesto di adottare comportamenti responsabili come cittadini della stessa nazione, – dicono i vescovi – crediamo che chi è impegnato nell’annuncio ab­bia una responsabilità ulteriore”.

La prima è quella di “diffondere il gusto della buona notizia in modo preciso e accurato, senza esagerazioni o spettacolarizzazioni”. “La raccomandazione “Io resto a casa” – continua il documento – può diventare l’occasione per ritrovare l’essenzialità nella vita ordinaria. Come credenti e annunciatori, possiamo e dobbiamo vivere l’ordinario con un di più di senso evangelico, che possiamo provare a tradurre con tre parole: essenzialità, interiorità e comunità”.

I vescovi esortano a riscoprire armonicamente questi tre elementi senza trascurarne nessuno.

Dall’essenzialità di una vita relegata in quattro mura domestiche, all’interiorità che il tempo a disposizione può permettere in maniera del tutto nuova, per giungere alla comunità. In questo nuovo frangente il popolo di Dio non deve sentirsi abbandonato dai suoi pastori.

“Si tratta – prosegue il documento – di tornare a con­siderare la Chiesa come la comunità spirituale dei cre­denti in Cristo, che nella società è lievito e sale (Mt 13,33; 5,13). Pur restando fisicamente a casa, ma senza chiuderci in noi stessi, quanti volti, quante persone, quante storie di vita tornano alla nostra mente e nei nostri cuori?”.

I vescovi propongono, poi, nel testo tutta una serie di attività e di strumenti, sia personali che comunitari, che possono aiutare i credenti a sentirsi Chiesa di Cristo e percorrere senza paura come l’arduo cammino che ci è stato posto innanzi da questa emergenza, senza per questo perdere di vista la nostra vita di fede.

allegato de La Consulta dell’Ufficio Catechistico Nazionale

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